Influencer e pregiudizi sono sempre esistiti

Da settimane sono tutti indignati per il nuovo corso di laurea triennale proposto dall’università online eCampus per diventare influencer, ho letto più indignazione in queste settimane che ad agosto, quando è caduto il governo (non scherzo).

Ora io non mi sento Socrate ne mi interessa particolarmente illuminare le vostre (già a quanto pare) menti eccelse, ma se vi sforzaste di andare oltre il semplice titolo di giornale o che so, magari leggere realmente il programma del corso anziché solleticarvi lo scroto, forse (non ne sono tanto sicura) riusciremmo ad ottenere qualche risultato in più e magari l’anno prossimo, quando il governo cadrà di nuovo ci saranno più indignati per quello.

Utopia.

Il corso di laurea triennale, come qualsiasi corso di laurea triennale che si rispetti (grazie Berlinguer) a seguito del conseguimento del titolo di studio non porta assolutamente ad essere all’altezza del mondo del lavoro (e si l’influencer non è un lavoro gnignigni, non è questo il punto); per fare ciò serve, come per qualsiasi altro corso di laurea, che vada da lettere a chimica, da ingegneria a fisica, ALMENO, l’aggiunta di altri due anni, la famosa magistrale e anche in quel caso ho dei forti dubbi.

Il corso di laurea triennale, come qualsiasi corso di laurea triennale, pone le basi per un lavoro nell’ambito della comunicazione, in questo caso più specifico, ma comunque questo è.
Lo avete letto il programma?
Ovviamente no, ma non mi stupisce, eravate sicuramente troppo impegnati a studiare le materie pesantissime che fate in quelle vostre università che non chiamate scienze delle merendine e che avete scelto nonostante non vi piacciano per far contenti i vostri genitori.
Ah, è per questo che non passate gli esami.

Il programma del corso io l’ho letto, è un corso base di comunicazione e marketing, quindi studiando quelle materie si può diventare comunicatori sui vari livelli (pubblico, istituzionale, aziendale e tante cosine così), addetto stampa, redattore, giornalista, insomma il cazzo che volete nell’ambito della comunicazione ma con una propensione nell’ambito della moda (perchè non ci crederete ma anche la Michael Kors che volete farvi regalare dal vostro fidanzatino a natale la conoscete grazie a un laureato in comunicazione).

Mi chiedo dunque, se ci sono arrivata io, se ho letto il programma (che tra l’altro si trovava in un articolo di giornale) perchè voi non ci siete riusciti? Cosa vi blocca?

Addirittura siete talmente frustrati da sentire il bisogno di ridicolizzare chi studia qualcosa che gli piaccia davvero?
Non metto in dubbio che studiare medicina sia difficilissimo, che studiare ingegneria sia una rottura di palle, che fare matematica che dio vi aiuti, non vi giudico, siete gente coraggiosa, ma per studiare quello che studiate, per potervi vantare di studiare giurisprudenza o medicina c’è gente che ha studiato scienze della formazione che vi ha insegnato a leggere e scrivere, laureati in comunicazione che vi bombardano quotidianamente con pubblicità che vi fanno sentire il bisogno di comprare quel farmaco lì che fa studiare tutto il programma in una notte, laureati in economia che studiano come fottervi più soldi possibili con i libri.

E voi vi assurgete a paladini d’intelligenza suprema?

Per non parlare del fatto che il termine “influencer”, dall’inglese “influenza” ricalca l’idea che una persona sia talmente seguita da poter letteralmente trascinare la folla verso un prodotto commerciale (ad esempio) anziché un altro.
Un termine diverso per dire opionion leader, termine cardine del concetto di comunicazione moderna e che viene “scoperto”, indovinate un po’? Nel 1952.

Incredibile eh?

 

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