Solitudine

E’ giusto stare soli.
E’ giusto riuscire a stare soli.
E’ giusto voler stare soli.

Aiuta a riflettere, a capire, a comunicare con noi stessi senza nessuna interferenza.
E’ giusto riuscire a capire quando è il momento di prendersi una pausa dagli altri e pensare per un attimo a noi stessi, ascoltare noi stessi, capire noi stessi.

Quindi si, se sentite di averne il bisogno spegnete il cellulare, alzate al massimo la musica e lasciatevi cullare dai vostri pensieri che non c’è proprio niente di male, potete solo trarne beneficio.

E’ normale avere la nausea di tutto ciò che ci circonda, la falsità, il menefreghismo e tutte quelle belle cose che siamo soliti affrontare con un sorriso e una stretta allo stomaco, ragazzi, è normale svegliarsi una mattina e ritrovarsi schifati dal mondo e dalla gente, è anche giusto; e l’unico rimedio per combattere la nausea apportata da tutto ciò non è la Plasil ma solo un po’ di solitudine, la musica alle orecchie, dedicarci a noi stessi, disegnare, scrivere o anche solo pensare.
Non è un sintomo di sociopatia, è solo un bisogno naturale e vi posso assicurare che è chi non lo prova ad essere il vero malato.

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Vivere all’estero?

Come alcuni di voi sanno (soprattutto i più temerari che mi seguono su Instagram), sono da poco tornata da Londra, dove ho passato un mese.
Quando sono partita in realtà non avevo la minima idea di ciò a cui stavo andando incontro, volevo cambiare,  volevo crescere e maturare a livello personale ma anche linguistico, così ho preso e nel giro di un paio di settimane sono partita con un bagaglio più grande di me e la meraviglia (mischiata a qualche lacrima) negli occhi.

In questo mese ho imparato a conoscere Londra, a sentirla mia, a ridere al british humor e a cenare alle 19:00.
Ho visto la neve (che per una siciliana è una sorta di miraggio), il sole, la pioggia, la nebbia, il cibo, il Big Ben (in ristrutturazione, mai una gioia) e ho capito le regole, o almeno mi sono sforzata di farlo.

So come vi sentite voi che state per partire, io non sapevo quanto sarei stata e cosa avrei potuto fare, ho consultato più o meno tutte le guide e i vari siti su internet, tutto molto utile, ma nulla indispensabile, per cui no, non sono qui per spiegarvi passo passo cosa dovrete fare una volta arrivati a Londra, Parigi, Berlino.
Non sono qui per indirizzarvi ai numeri da chiamare, ai locali da frequentare, ai supermercati più economici semplicemente perchè internet è pieno di guide come queste e io non sono all’altezza di ciò.

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Però posso dirvi cosa ho provato, le sensazioni che ho vissuto quando per la prima volta mi sono separata da casa, dai miei genitori, dai miei amici, dalla mia città che ormai non ha più segreti per me.
Vi posso raccontare del senso di smarrimento che ho provato quando mi sono ritrovata a dover guardare dal lato opposto prima di attraversare, quando la gente mi parlava e io non riuscivo a rispondere pietrificata dalla paura di sbagliare o quando al supermercato non ho trovato i cibi che più mi piacciono.

E’ difficile ragazzi, non voglio distruggere i vostri sogni ma se farete un passo del genere verrete catapultati in un mondo del tutto diverso migliore sotto alcuni aspetti e peggiore sotto altri.
Non sarete a casa, non avrete accanto i vostri amici, spesso vi sentirete soli e avrete l’impulso di tornare ma non fatelo, non demordete, non lasciatevi sconfiggere da chi è troppo stupido per fare un passo del genere e allora scredita gli altri.
State facendo qualcosa che in pochi hanno il coraggio di fare, state cambiando per migliorare, sembra niente ma vi assicuro che non lo è.
State lasciando le vostre certezze per andare incontro all’incerto, state giocando d’azzardo, state rischiando, siete gente con le palle.
Dovrete occuparvi della casa, la spesa, il lavoro, dovrete crescere e vi assicuro che questo è il metodo migliore per farlo; sarete del tutto soli, non avrete nessun tipo di aiuto, nessuna mamma che sistema il letto o lava i vestiti, nessun padre che porta i soldini a casa.

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Ma vi abituerete, vi abituerete a lavare i piatti subito dopo mangiato, a pensare alla spesa, a gestire il budget, a gestire il vostro tempo.
Vi abituerete e sarà bellissimo, sarà bellissimo andare al supermercato e dirigersi dritti allo scaffale giusto senza perdere tempo a girovagare perchè non riuscite a trovare ciò che vi serve; sarà bellissimo destreggiarsi tra le strade principali senza il pericolo di perdersi e dare indicazioni ai turisti che invece si sono smarriti.
Vi sentirete bene, vi sentirete soddisfatti, vi sentirete per la prima volta veramente grandi, un giorno per caso, magari mentre attraverserete da soli una piazza persi nei vostri pensieri e vi verrà in mente la vostra città che ha quella piazzetta tanto uguale a quella che state attraversando, ma tre volte più piccola, e nascerà spontaneo un sorriso, e non sentirete la malinconia dei primi giorni, non sentirete il vuoto allo stomaco o le lacrime agli occhi.

E’ vero, i primi tempi sarà difficile, probabilmente vi mancherà così tanto casa che sentirete una fitta allo stomaco ogni volta che ci penserete, ma vi abituerete, vi abituerete al cibo insipido, ai profumi francesi, all’accento tedesco, tre mesi, datevi tre mesi per decidere, non abbandonate, siete fedeli alle vostre idee di cambiamento, c’è un mondo lì fuori che aspetta di essere divorato da voi.